Si volta pagina nel panorama dello smaltimento dei rifiuti elettronici. Aires (Associazione Italiana Retailer Elettrodomestici Specializzati, organismo che riunisce le aziende e gruppi distributivi specializzati di elettrodomestici ed elettronica di consumo) e Confcommercio pongono l’accento sul nuovo ruolo della distribuzione che ora gioca un ruolo primario all’interno del processo, diventando centri di raccolta. Con il decreto entrato in vigore lo scorso 12 aprile, alla ormai consolidata normativa dell’1 contro 1, che prevede l’obbligo per la distribuzione di ritirare gratuitamente il grande elettrodomestico all’acquisto del nuovo, è stato affiancato l’1 contro 0, ovvero l’obbligo per gli esercizi di oltre 400 metri quadri di ritirare i piccoli elettrodomestici anche senza un nuovo acquisto, purché sia di dimensioni inferiori ai 25 cm (lato lungo). Ad oggi, i rivenditori di elettronica e di elettrodomestici raccolgono, grazie al sistema dell’1 contro 1 e dell’1 contro 0, circa 216.000 tonnellate di prodotti destinati al recupero/smaltimento. Il valore stimato medio intrinseco delle materie prime recuperate è di 140 milioni di euro (dati del Consorzio Remedia, Rapporto Annuale). Si tratta di un vero e proprio “tesoro” ecologico, che scongiura la dispersione nell’ambiente di materiali potenzialmente pericolosi e inquinanti, ed economico, che fornisce concrete opportunità di business per le imprese nazionali. L’obiettivo stabilito dal decreto è quello di arrivare, nell’arco dei prossimi 5 anni, a raccogliere 720.000 tonnellate di RAEE, pari a circa l’85% di tutti i RAEE generati, che corrispondono a circa 12 chili a cittadino. Si tratta di obiettivi di raccolta e di recupero dei RAEE davvero ambiziosi, che dovranno spingere tutti gli operatori a migliorare la gestione di questa risorsa e ad aumentare sensibilmente gli sforzi nella raccolta. In quest’ottica, il decreto ha finalmente introdotto nel nostro Paese il modello all actors, previsto dalla normativa Europea: il nuovo sistema affianca ai sistemi collettivi dei produttori anche altri operatori accreditati del settore. Per la distribuzione, questo significa maggiore libertà nella scelta a chi affidarsi per lo smaltimento dei RAEE raccolti, ma anche maggiore concorrenza e liberalizzazione del mercato. “Il nuovo modello, basato su una legittima ed auspicata apertura del mercato, si traduce in un vantaggio per produttori, distributori e consumatori. Apertura significa assicurare al sistema maggiore concorrenza, sia per quanto riguarda i servizi offerti sia per i prezzi praticati”, dichiara Riccardo Pasini, vicepresidente di Aires. “Riteniamo di fondamentale rilievo, per la crescita del sistema di raccolta dei RAEE, la previsione di consentire canali alternativi di conferimento agli operatori commerciali, per ovviare alla cronica carenza di piattaforme comunali sul territorio nazionale – sostiene da parte sua Pier Paolo Masciocchi, responsabile del settore Ambiente, sicurezza e utilities di Confcommercio – una previsione che recepisce lo spirito del nuovo quadro All Actors e il ruolo sempre più determinante che alcuni operatori, come quelli della distribuzione, saranno chiamati a ricoprire visti gli obblighi e gli obiettivi fissati dalla normativa”. “Per essere pienamente operativi crediamo però – continua Maciocchi – che questi principi dovrebbero essere tradotti e trasferiti anche all’interno delle rappresentanze istituzionali previste. Il Comitato di Indirizzo, la cui funzione appare quantomeno essenziale alla luce degli ambiziosi obiettivi di raccolta e recupero, dovrebbe riflettere nella sua composizione, in modo adeguato, tutti gli attori della filiera RAEE. A tal proposito sarebbe auspicabile un allargamento dei componenti previsti per le organizzazioni nazionali delle categorie del commercio al fine di equipararle, quantomeno, al numero di componenti previsto per le organizzazioni nazionali dell’industri”. “Nel Comitato d’indirizzo previsto, il settore del trattamento RAEE, ad esempio, è riconosciuto soltanto se di emanazione delle associazioni rappresentative del comparto produttivo. Ciò significa che gli impianti RAEE continueranno a poter essere rappresentati, nelle sedi istituzionali, esclusivamente da organizzazioni del comparto industriale, come è stato sino ad oggi. Non ci sembra una scelta corretta visto che Confcommercio, oltre al comparto dell’importazione e della distribuzione, rappresenta una sensibile quota di mercato per quanto riguarda gli operatori del recupero e del trattamento”., conclude Masciocchi.
http://www.confcommercio.it/-/raee-con-la-liberalizzazione-vantaggi-concreti-per-produttori-distributori-e-consumatori